Giovanna Ralli seduzione e semplicità
di Adriano Pintaldi
Giovanna Ralli, attrice romana per antonomasia, si iscrive a tutto titolo nel novero delle grandi attrici del cinema italiano con una carriera lunga, prestigiosa, e, soprattutto, precoce.
Romana de’ Roma, Giovanna dichiara: le mie radici con Roma iniziano da mio nonno, Giovanni Ralli, che aveva una cantina di vini a Piazza Montanara, che poi è stata completamente rasa al suolo durante il fascismo per costruire l’Anagrafe. La mia famiglia si trasferì poi a Testaccio, dove ho vissuto fino al 1944. Nei miei ricordi d’infanzia Roma per me è prima di tutto quel quartiere straordinario.
Inizia a frequentare il cinema fin da bambina con la sua prima apparizione sullo schermo a otto anni, nel film di Vittorio De Sica I bambini ci guardano; ancora ragazzina, recita in teatro nella compagnia di Peppino De Filippo per poi ritornare sul grande schermo, giovanissima, in Luci del varietà di Alberto Lattuada e Federico Fellini.
A breve distanza Aldo Fabrizi, attore romano già famosissimo, nel suo esordio alla regia, la sceglie per il ruolo della figlia adolescente nella fortunata serie de La famiglia Passaguai.
Giovanna racconta: mi recavo sul set accompagnata da mamma e papà che seguivano trepidanti le riprese del film giorno per giorno….
Inizia così una folgorante ascesa dell’attrice, che la vede, dagli anni ’50 in poi, spigliata interprete di giovani popolane, belle, vivaci ed intraprendenti.
Giovanna Ralli rappresenta, via via, una lunga galleria di personaggi sempre pervasi da una fortissima “vis comica”, di cui è stata naturalmente dotata, non disgiunti dal fascino di una intensa bellezza popolare e nobile nel contempo che ha contraddistinti alcune delle icone del nostro cinema come Anna Magnani e Sophia Loren.
Roberto Rossellini, da grande talent scout dell’epoca, ne scopre il registro drammatico facendole interpretare due ruoli memorabili nel film Il generale Della Rovere, vincitore del Leone d’Oro a Venezia, e in Era notte a Roma. Questi due nuovi ruoli della Ralli mettono in piena luce la maturità artistica dell’attrice che dichiara in una sua nota: la cosa che più ricordo di quegli anni è la nostra grande voglia di arrivare, dopo la fame, la guerra, la paura che avevamo patito. Non ci fermava niente. E la cosa che più mi manca è la bravura, la competenza, l’umanità di quei grandi autori di cinema che ho potuto incontrare: sceneggiatori come Sergio Amidei e Age Scalpelli, registi come Rossellini e De Sica, uomini di teatro come Garinei e Giovannini. Per me è stata certamente una grande scuola di lavoro, ma soprattutto una grande lezione di vita.
Nel film La vita agra, di Carlo Lizzani la Ralli interpreta il ruolo di Anna, una giovane comunista piena di ideali accanto a Luciano un intellettuale di sinistra, Ugo Tognazzi, che una volta arrivato a Milano, cerca di conciliare i propri ideali, l’amore per la giovane donna e il bisogno di sopravvivere.
L’attrice tra i numerosi riconoscimenti conquistati nella sua carriera, ottiene un nastro d’argento per la sua particolare interpretazione nel film di Paola Spinola La fuga, osannato dalla critica che lo definisce “un film che si avvale di una raffinatezza registica rara e della sceneggiatura ben calibrata (di Sergio Amidei, con la collaborazione dell’analista Piero Bellanova) di tre attori indovinati soprattutto la sorprendente Giovanni Ralli…”.
A proposito del film la Ralli ricorda: per gli anni in cui fu girato il film era molto coraggioso e toccava un tema difficile come l’omosessualità femminile. Io interpretavo una donna borghese raffinata e colta, sposata con figli, alle prese con una storia d’amore certamente complicata, che lei non ha il coraggio di vivere fino in fondo, al punto di scegliere “la fuga”, ovvero il suicidio. Ero in America quando Pietrino Bianchi mi telefonò per comunicarmi che avevo vinto il Nastro d’Argento, fu una grande gioia.
La Ralli fa da madrina al battesimo cinematografico di Renato Pozzetto nella divertente commedia di Flavio Mogherini Per amare Ofelia. Un film solo in apparenza leggero, infatti sia pure con ironia e grazia formale, affronta uno degli argomenti prediletti dalla psicoanalisi, il complesso di Edipo, cioè quel tutt’ora familiarmente noto come “mammismo”. Nel film la sensualità prorompente di Giovanna Ralli è perfetta per il personaggio della donna di vita. A proposito del film la Ralli fa una simpatica annotazione: durante la lavorazione del film ricordo che nella foga di una scena d’amore cavai quasi un occhio al povero Renato Pozzetto e per qualche giorno le riprese dovettero essere sospese.
Nello stesso anno Ettore Scola la dirige in C’eravamo tanto amati cucendole addosso il ruolo di Elide moglie burina e un po’ goffa di Gianni, Vittorio Gassman, cinico e ambizioso avvocato. Anche questo ruolo le fa guadagnare meritatamente un altro Nastro d’Argento quale migliore attrice dell’anno. E’ uno dei film più belli di Ettore Scola – afferma l’attrice – è stato il film per me più caro. Il personaggio, una giovane donna brutta e grassa (denti finti, ferretti dietro le orecchie e imbottiture di gomma piuma in tutto il corpo) diventa addirittura bella e sofisticata. Grazie ad Ettore e al mio partner Vittorio, la metamorfosi riuscì benissimo.
L’attrice ha alternato intensi periodi di cinema ad altrettanti momenti di assenza dal grande schermo per dedicarsi con impegno al teatro dove ha riscosso un grande successo, ad esempio nel lungo sodalizio accanto a Giancarlo Sbragia, portando in scena autori importanti come Slade e Green, Pinter e Osborne. A proposito della sua lunga esperienza teatrale la Ralli afferma: per un’attrice lavorare in teatro è una grande lezione. Ogni sera è una sfida con il pubblico, che ogni volta è diverso, e dunque bisogna capire e conquistare. E’ in teatro che ci si conosce fino in fondo e si imparano le cose più decisive della recitazione. Dopo alcune fortunate serie televisive, Giovanna Ralli torna di nuovo al cinema con Carlo Vanzina nel divertente film Il pranzo della Domenica dove è impegnata nel ruolo di una scatenata “mater familias” che riesce in modo rocambolesco a riequilibrare tutti gli affetti di una numerosa e quantomai variegata famiglia. Le sue numerose esperienze cinematografiche l’hanno vista a fianco di autori come Carmine Gallone, Roberto Rossellini, Alessandro Blasetti, Alberto Lattuada, Federico Fellini, Valerio Zurlini, Luciano Emmer, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Ettore Scola, Blake Edwards, e di attori come Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Renato Pozzetto, Nino Manfredi, Renato Rascel.
La Ralli, grazie al rigore del suo lavoro e all’intelligenza delle sue scelte, ha saputo ritagliarsi uno spazio di assoluto rilievo in un cinema che per molti anni è stato presidiato dalla prorompente fisicità delle “maggiorate” e da mattatori della forza di Sordi e Gassman. Con i suoi personaggi, con le sue interpretazioni, Giovanna Ralli ha rappresentato efficacemente una tipica figura di donna italiana, sottolineandone alcuni dei valori più importanti ed universali: l’orgoglio, lo spirito di ribellione, la solidarietà (pur senza soverchi illusioni) con il partner. Un percorso artistico esemplare, basato certamente sulla naturalezza della rappresentazione ma soprattutto sul difficile, impegnativo lavoro di eliminare tutto ciò che è inutile e artificioso.